Pagine dai Monti

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FEBBRAIO 2024 – Guido Rey di Sandro Prada.

A coloro che negli anni hanno preso in mano l’opuscolo con l’attività annuale del CAI Verrès sarà sicuramente capitato di leggere sulla quarta di copertina queste parole: “la montagna è fatta per tutti, non solo per gli alpinisti: per coloro che cercano il riposo nella quiete come per coloro che cercano nella fatica un riposo ancora più forte”.

Nella biblioteca sezionale è presente un volume che ricorda l’autore di questa celebre frase, l’alpinista, scrittore e fotografo Guido Rey (1861-1935). L’opera, redatta dall’amico Sandro Prada a vent’anni dalla morte di Rey (1956), è scritta con quello stile antico ed eroico di un tempo, quando l’alpinismo era lotta con l’Alpe. La copia presente in sede costava 1.000 lire, decisamente altri tempi!

La figura di Guido Rey ci riporta nell’ambito della famiglia Sella, già conosciuta con il libro del mese di novembre (Quintino Sella, lo statista con gli scarponi di Pietro Crivellaro). Quintino Sella era infatti l’amato zio che introdusse Guido Rey, insieme ad uno stuolo di nipoti e cugini, all’andar per monti, col desiderio che i suoi discepoli divenissero alpinisti. Nel far questo, ne curava l’esercizio fisico mai disgiunto dallo stimolo del sapere. In Guido Rey Sella trovò terreno fertile. Questi divenne infatti un bravo alpinista che si dedicò insieme ad altri compagni, e spesso anche con l’aiuto delle guide alpine, alla conquista di numerose vette delle alpi occidentali e finanche delle Dolomiti, da lui curiosamente definite “ossa di monti”.

Ritroviamo nella persona di Rey quella lotta interiore che emerge in tanti alpinisti di tutte le epoche: l’amore per la frequentazione della montagna minato dal sentimento di inutilità di quel tempo speso a conquistare vette. Conflitto combattuto da Rey con il pensiero che “l’uomo giovane ha bisogno di appassionarsi per qualche cosa” e che “non vive di solo pane”.

Per Rey la scuola della montagna è “scuola di pazienza, di tolleranza, di fedeltà” e in questo senso egli dichiara di rispettare tutti coloro che si approcciano alla montagna, non solo gli alpinisti più arditi ma anche coloro che semplicemente ammirano e contemplano il paesaggio, perché la montagna “è benefica per tutti e a tutti giova”. L’importante è, se si decide di affrontarla, non farlo mai con leggerezza e imparare a rinunciare quando è il momento, poiché in questo caso la rinuncia “è sempre una vittoria di dominio su sé stessi”. Concetti espressi con parole d’altri tempi, ma sicuramente attuali e condivisi tutt’oggi dal Club Alpino Italiano.

Altrettanto attuali e condivisibili sono le preoccupazioni espresse da Rey nei primi anni del Novecento in merito alle “moderne costruzioni che sorgono senza estetica né criterio in vallate e centri alpini, non curandosi dell’armonia richiesta dal paesaggio che le circonda”. In particolare Rety temeva per la sua amata Valtournenche; ciò che più di tutto lo spaventava era “questo sostituirsi delle antiche colture con le nuove imprese di cittadini ignari della grande bellezza naturale dei monti, tesoro inesausto, possesso delicatissimo che non ritorna più quando sia distrutto”. Come dargli torto?


**Vi ricordiamo che il prestito dei libri presenti in sezione è accessibile a tutti i soci in regola con il tesseramento, presentandosi in sede i giovedì non festivi negli orari di apertura (20.30-22.00).**