Pagine dai Monti

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NOVEMBRE 2023 – Quintino Sella, lo statista con gli scarponi di Pietro Crivellaro.

Un volume per lettori motivati, dato il denso contenuto a carattere storico e la non sempre semplice lingua italiana di fine 800 con cui tale contenuto viene espresso.
Tuttavia, superato l’impatto inziale e preso il ritmo, tante sono le scoperte sull’eclettica figura del Quintino Sella che sorprendono il lettore e lo stimolano a proseguire affrontando una pagina dopo l’altra.

Quintino Sella, uomo politico, scienziato e fondatore del CAI, ha sempre amato le montagne ed è stato un convinto sostenitore del loro ruolo determinante nell’accrescere forza, sapere e virtù in chi le frequenta, sottolineando altresì l’importante connessione tra attività fisica tra i monti e la capacità di sostenere maggiori sforzi intellettuali (una sana sudata tra i boschi non giova forse ancor oggi alla freschezza della mente?).  

Predicava bene Sella e razzolava con coerenza, portando in lunghe camminate di più giorni tra le montagne (oggi li definiremmo trekking) figli e nipoti in giovane età. Le comitive arrivavano ad essere piuttosto numerose, raggiungendo anche le dodici persone, tra le quali Sella era l’unico in età da barba. Tra i giovani partecipanti alcuni divennero nei decenni successivi forti alpinisti, quali ad esempio Vittorio Sella e Guido Rey, e riconobbero l’importante ruolo nella loro formazione sia alpinistica che umana di queste avventure.

Insomma, Massimo d’Azeglio aveva scritto che “Fatta l’Italia bisognava fare gli italiani” e Quintino Sella applicava questo detto in ambito CAI sostenendo che “fatto il Club Alpino conveniva formare gli alpinisti”, fin dalla più giovane età.

Il Club Alpino Italiano venne infatti fondato, proprio grazie alla visionaria idea di Sella, nel 1863 ossia solo due anni dopo l’unità d’Italia (1861).

Quintino Sella si dimostrò sempre avanti rispetto ai tempi in cui viveva, caratterizzati dalla crescente importanza degli Stati nazionali. Una prova è il discorso che tenne nel 1876 di fronte al Club Alpino Austriaco, in cui promosse una visione nella quale le montagne non dovevano essere considerate barriere che dividono i popoli e le nazioni, ma “splendide vette che li uniscono”.

In linea con questa sua innovativa visione, nel 1877 organizzò in quel di Gressoney, suo luogo di villeggiatura favorito, un convegno per far incontrare membri dei club alpini italiano, francese, svizzero, tedesco e austriaco con lo scopo di rinsaldare legami amichevoli. Convegno svoltosi oltretutto all’aria aperta! Non si può dire che Sella non fosse un uomo coerente.

L’augurio di Quintino Sella nel 1874, circa dieci anni dopo la fondazione del Club Alpino Italiano, era che nei successivi dieci anni si potesse constatare un ulteriore incremento nel Club e nelle sue gesta. Ebbene, a 160 anni di distanza possiamo sorridere a Quintino Sella di fronte ad un CAI non solo ancora attivo, ma anche in buona salute, avendo registrato nel 2022 ben 326.310 soci.

Per concludere, condividiamo queste sagge di parole di Quintino Sella con tutti gli amici lettori: “Fra le tribolazioni della vita vi sono talvolta momenti di sconforto, di sfiducia. Fate una buona salita alpina.”


**Vi ricordiamo che il prestito dei libri presenti in sezione è accessibile a tutti i soci in regola con il tesseramento, presentandosi in sede i giovedì non festivi negli orari di apertura (20.30-22.00).**