Settembre 2024 – Cieli di pietra – La vera storia di Amé Gorret di Enrico Camanni.
La biografia scritta da Camanni del contestato e chiacchierato abate alpinista valdostano Amé Gorret ci riporta alla nostra regione di fine 800, quando i villaggi erano popolati dalla prima all’ultima frazione e i montanari conducevano una dura vita sempre in lotta contro la fame.
L’autore confronta spesso i luoghi di allora con ciò che sono diventati oggi, sottolineando come quasi sempre sia prevalso nel migliore dei casi l’abbandono e nel peggiore la cementificazione a scopi turistici. Qualche angolo di paradiso montano è però resistito, seppur accerchiato dalla modernità, per esempio la conca di Cheneil, luogo dove Gorret trascorse un’infanzia felice e dove alla sua epoca abitavano stabilmente una ventina di famiglie!
Camanni è abile nel presentare la complessa figura di Gorret, dalle innumerevoli contraddizioni: ruvida e scontrosa, autoritaria, fiera, dalla parte dei poveri, anticonvenzionale e con qualche problema con l’alcol. Tanti sono gli aneddoti, riportati con le parole del protagonista, che ai giorni nostri fanno sorridere: il giovane Gorret tredicenne che sale una cresta rocciosa del Grand Tournalin lasciando gli zoccoli di legno al colle e proseguendo più agevolmente a piedi nudi oppure la descrizione dei primi studi avvenuti grazie all’aiuto delle “pietre litografiche”, pietre calcaree sulle quali si scriveva con un decotto di bacche scure che si cancellava sfregando con dell’acqua, perché “la carta costa, si imbratta subito e dura poco”.
L’Abbé Gorret prestò servizio presso le parrocchie di mezza Valle d’Aosta e approfittò dei vari trasferimenti per coltivare la sua passione per l’alpinismo salendo le montagne circostanti. Quando visse a Valtournenche prese parte attiva alla corsa per la conquista nel Cervino: partecipò infatti insieme a Jean-Antoine Carrel, Jean Baptiste Bich e Jean Augustin Meynet alla prima salita dal versante italiano, datata 17 luglio 1865, appena tre giorni dopo la prima salita in assoluto della Gran Becca ad opera del celebre Whymper dal versante svizzero.
Rimanendo in tema di grandi personaggi della storia, l’Abate incontrò casualmente anche il re Vittorio Emanuele a Dondena mentre prestava servizio presso la parrocchia di Champorcher. Il re si trovava in Valle per cacciare e Gorret descrive con grande ironia come avveniva la battuta di caccia: il seguito del re si appostava di notte lungo i confini di un luogo prescelto e poi ad un segnale convenuto iniziava a stringere il cerchio facendo rumore, cosicché le bestie selvatiche si radunassero tutte in un’area circoscritta dove poi non potevano sfuggire ai colpi del re.
In seguito alla fondazione del Club Alpino Italiano (1863) l’Abbé Gorret fu invitato a partecipare ad alcuni colloqui organizzati sul versante piemontese ossolano, e in questa occasione espresse chiaramente il proprio pensiero, decisamente avanti rispetto ai tempi: “il valdostano deve imparare a conoscere e ad amare il forestiero”, perché sennò il turista porterà i suoi soldi verso altre mete e “un viaggiatore che parta per la montagna lo fa perché cerca la montagna, e credo che rimarrebbe assai contrariato se vi trovasse la città che ha appena lasciato”. Intuizioni sul concetto di turismo definite profetiche da Camanni.
A inizio del 900, quando ormai la salute lo stava abbandonando, l’Abbé Gorret trovò ancora la forza di infervorarsi contro l’idea di creare un treno che arrivasse sulla cima del Cervino, sfogandosi in una serie di scambi epistolari con Guido Rey. Fortunatamente vinse il buonsenso e il progetto non fu mai realizzato. In linea con il pensiero di Gorret, ci auguriamo che anche ai giorni nostri prevalga il buonsenso di fronte ad assurde proposte di cementificazione della montagna che purtroppo ancora vengono presentate.
Per chi volesse approfondire la scoperta della figura dell’Abbé Gorret, vi informiamo che la biblioteca della sezione possiede anche il volume "Ecrits de l'Abbé Amé Gorret recueillis par Alfonso Bernardi", pubblicato dall'amministrazione regionale della Valle d'Aosta nel 1965 che raccoglie appunto tutti gli scritti di Gorret.
**Vi ricordiamo che il prestito dei libri presenti in sezione è accessibile a tutti i soci in regola con il tesseramento, presentandosi in sede i giovedì non festivi negli orari di apertura (20.30-22.00).**